Siamo giunti alle porte delle festività natalizie e tutto ciò che ruota attorno ad esse.
Tutti gli anni si sente parlare di corsa ai regali, risuonano sempre quei non so cosa regalare e frasi simili.
C’è chi punta sulla tecnologia, acquistando l’ultimo modello di qualche apparecchio elettronico che fa tutto e di più, chi preferisce un buon libro. C’è chi attende un viaggio programmato da tempo, chi regala panettone e pandoro a destra e manca, e ancora chi un semplice augurio e chi, nell’indecisione, si affida a qualche sconto del momento..
E poi ci sono loro, i più piccoli, in attesa di un nuovo giocattolo con cui trascorrere le festività (e forse poco più).
Eh sì … Spesso ci sono giocattoli che hanno una durata brevissima, il tempo della sorpresa, di provare la novità e poi eccoli relegati in un angolo, dimenticati nell’attesa di quelli successivi.
Non è sempre così per fortuna, ci sono quei pochi e rari giocattoli che ti accompagnano per un lungo arco di tempo, che ti vedono attraversare le tappe principali dell’infanzia, fino all’adolescenza e a volte ti fanno compagnia anche da grandicello quando ti cade l’occhio su di essi e ti prende il momento di nostalgia.
Questi giocattoli sono un bene prezioso, da preservare.
Vanno al di là del gioco e del divertimento, diventano dei veri compagni di vita, ti insegnano ad affrontare le cose con lo spirito giusto, ti tengono legato alla parte spensierata e fantasiosa che alberga in ognuno di noi, seppur sempre più celata mano a mano che passa il tempo e si diventa adulti.
Qualche giorno fa mentre facevo ordine in cantina ho ritrovato un vecchio e impolverato pezzo di legno, apparentemente insignificante, ma in realtà ci è legato un ricordo profondo e ancora vivido nella mia mente. Quello di quando ero piccola e mio nonno mi canticchiava delle filastrocche, in particolare una su di un falegname, ovvero suo padre, a cui piaceva regalare pezzi di legno lavorati ai bambini del paesello in cui viveva, affinché potessero farne un uso domestico.
Così un giorno lui ne aveva donato uno a me, quasi a portare avanti questa dolce tradizione di famiglia.
Questa storia mi ha fatto pensare alla nascita del giocattolo di legno, ai tempi di preparazione e lavorazione del legno, a quanto sia un materiale forte e duraturo.
Sono trascorsi circa due decenni dal giorno in cui mi fu donato quel pezzo di legno, eppure è bastato soffiare via la polvere e riportarlo alla luce naturale, perché riprendesse vita e colore, e con esso il ricordo di quella giornata.
È questo il più bel regalo che si possa fare a qualcuno:
Donare un ricordo che resta, qualcosa che al di là del gesto del regalare e di quale sia il regalo in questione o l’occasione specifica, ti lasci un ricordo indelebile, che nessuno ti potrà togliere.
Regalare il proprio tempo a qualcuno è qualcosa di davvero prezioso, riceverlo è una gioia immensa, meritarselo è una conquista quotidiana.
Serena Circella